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La condizione umana è segnata da un “male radicale”: la sofferenza, la malattia, la violenza e la morte. L'uomo si attiva con la terapia medica, dell'amore e socio-politica. Con quale esito?
Sempre parziale.
Limitato solo per ora.
Senza alcun risultato.
Esaltante e definitivo.
Come chiamano i cristiani quel "male radicale" che genera sofferenza e morte?
Peccato.
Colpa.
Contraddizione.
Infedeltà.
Cosciente della sua “incapacità ontologica”, l’uomo è spinto a cercare Dio, l’unico in grado di rendere possibile ciò che umanamente è impossibile da realizzare. Chi è il patriarca biblico che muovendosi tra "sogno" e "lotta" ha demarcato i confini della ricerca di Dio?
Giacobbe.
Abramo.
Isacco.
Mosè.
Nonostante la parola “Dio” metta spesso in contrapposizione gli uomini e spinga a etichettarli in opposti schieramenti, che cosa li accumuna?
Sentimento di fiducia in Dio.
Nulla.
Desiderio di dialogo con gli altri.
Bisogno di difendersi dagli oppositori.
A quale cultura religiosa appartiene la concezione di Dio come "Grande Spirito" o "Signore" o "Colui a cui nessuno è contemporaneo"?
Religioni primitive.
Buddismo.
Induismo.
Islamismo.
A quale cultura religiosa appartiene la concezione di Dio come "Multi-forme" e "Senza forma", Brahaman?
Induismo.
Buddismo.
Ebraismo.
Islamismo.
A quale cultura religiosa appartiene la concezione di Dio come “esseri di natura diversa e non trascendenti” e per lo più ignorati?
Buddismo.
Induismo.
Ebraismo
Islamismo.
A quale cultura religiosa appartiene la concezione di Dio come Essere supremo, unico, creatore e alleato, Yhwh?
Ebraismo.
Cristianesimo.
Buddismo.
Islamismo.
A quale cultura religiosa appartiene la concezione di Dio come Allah, l’Onnipotente, l’Onnisciente, il Vivente-Eterno, Volontà assoluta, perfetto nella percezione, Corano-Parola?
Islamismo.
Cristianesimo.
Buddismo.
Ebraismo.
La “generazione dell’io”, propria della cultura postmoderna, come ha ridisegnato il volto di Dio?
Ognuno a proprio modo.
Onnipotente ed eterno.
Fedele e giusto.
Presente in ogni cosa e persona.
Qual è la caratteristica più ricorrente del Dio dei filosofi?
Assoluto.
Padre.
Redentore.
Pacificatore.
Qual è il modo più semplice di scoprire Dio indicato anche da Francesco d'Assisi?
Contemplare la natura.
Leggere gli avvenimenti quotidiani.
Sperimentare emozioni forti.
Frequentare la chiesa.
Dio è riconosciuto anche dai grandi musicisti come Beethoven. Nell' Inno alla gioia (IX Sinfonia) come lo celebra?
Padre.
Salvatore.
Creatore.
Signore.
Può esserci fede in Dio per uno scienziato?
Sì. Scienza e fede si occupano di ambiti diversi della realtà.
No. Dio è del tutto incompatibile con la scienza.
No. La scienza ha sostituito la religione.
Sì. La religione ha anche una spiegazione scientifica.
C'è chi di fronte a Dio sceglie l'indifferenza, perché qualsiasi ricerca è insoddisfacente. Chi sono?
Chi professa l'agnosticismo.
Chi professa l'ateismo teorico.
Chi professa l'ateismo pratico.
Chi professa il minimalismo.
C'é chi nega l'esistenza di Dio con argomenti razionali. Chi sono?
Chi professa l'ateismo teorico.
Chi professa l'agnosticismo.
Chi professa l'ateismo pratico.
Chi professa il minimalismo.
C'é chi vive come se Dio non esistesse. Chi sono?
Chi professa l'ateismo pratico.
Chi professa l'agnosticismo.
Chi professa l'ateismo teorico.
Chi professa il minimalismo.
Perché la Bibbia parla di un "Dio nascosto"?
È trascendente.
È da scoprire la con la ricerca.
È rivelato solo agli umili.
È accessibile solo agli eletti.
Come spiegano i cristiani la "non evidenza" di Dio ?
Garantisce la libertà di scelta.
Prepara la sorpresa della fede.
Mette alla prova la fede.
Nasconde le incertezze.
Chi è Giobbe?
Personaggio simbolico.
Re d'Israele.
Sacerdote del tempio.
Discendente di Davide.
Il credente si dibatte tra l’idea di un Dio, che dona la vita per amore, e le drammatiche tappe dell’avventura umana segnata dalla sofferenza, dal male, dalla malattia e dalla morte. Paradigma di questa ambivalente esperienza è la vicenda di Giobbe...
L’innocente che soffre senza riuscire a spiegarsi il perché del dolore.
Il saggio che incoraggia gli uomini a fidarsi di Dio, giudice giusto, anche nelle difficoltà.
L'uomo che ammette i suoi peccati e la giusta punizione di Dio.
Il ribelle che contesta Dio e viene da lui annientato.
All’inizio del racconto è descritta la personalità di Giobbe. Egli è ...
Uomo integro, retto e molto credente in Dio.
Uomo prepotente, falso e indifferente nei confronti di Dio.
Uomo vendicativo e senza fede in Dio.
Uomo politico giusto, ma attaccato al denaro.
Giobbe è un uomo fortunato. Ha salute, ricchezza, famiglia amorevole, riconoscimento sociale. Cosa gli accade?
Perde tutto.
Perde moglie e figli.
Fallisce economicamente.
Perde considerazione sociale.
Giobbe dinanzi alla sventura esamina la sua vita e non riconosce in lui alcuna colpa. Che fa?
Accusa Dio, rasentando la bestemmia.
Si rassegna, confidando nella misericordia di Dio.
Fa penitenza e digiuni per ottenere aiuto da Dio.
Si ribella e abbandona la fede in Dio.
Dopo l'iniziale reazione Giobbe riconosce che per i drammi della vita non esistono risposte soddisfacenti. Quale soluzione intravede?
Accogliere il “mistero di Dio” e fidarsi di lui.
"Rompere il rapporto" con Dio e vivere la vita senza di lui.
"Collaborare con gli altri" per superare le difficoltà personali.
"Scegliere la solitudine", chiudendosi in se stessi.
Quando l’uomo impara a guardare la realtà non solo in modo soggettivo e particolare (il suo dramma) ma oggettivo e complessivo (la bellezza del mondo nonostante il principio paradossale di morte-vita, gioia-dolore che lo governa), si inoltra nel mistero di Dio e ...
Ricupera fiducia e ritrova pace.
Impara a rassegnarsi.
Comprende la contraddittorietà della vita.
Sa spiegare i drammi umani.
La fede come atto umano riguarda...
Ogni uomo.
I credenti in Dio.
Credenti e agnostici.
Nessuno, perché è atto religioso.
Che cosa risulta decisivo in una persona per giungere a una "convinzione profonda" che solleciti la volontà e attivi la libertà per agire?
Il sentire profondo del cuore.
Gli argomenti razionali.
I comportamenti esterni.
I giudizi degli altri.
Come può essere dimostrato che il dare fiducia a una persona come credere in Dio è una certezza?
Con l'evidenza dell'esperienza interiore.
Né la fiducia umana, né la fede religiosa sono dimostrabili.
Nel vedere il comportamento della persona la fiducia umana è certa, non la fede religiosa.
Con argomentazione razionali inconfutabili.
Dio si rivela in ogni cosa, sia nella realtà del mondo visibile sia nell'intimità più segreta dell'io personale. L’Essere Supremo astratto e lontano è diventato per i cristiani il Dio-Persona che attraverso l'alleanza ha incontrato gli uomini nella storia fino al sacrificio del figlio Gesù. Perché l'incontro con Dio è sempre incerto e precario?
È un "Dio nascosto", che lascia liberi.
È incerta la sua esistenza.
È un "Dio lontano", distante dagli uomini.
È un "Dio intelligente" che mette alla prova.
Quale esperienza non può condurre alla fede?
L'esperienza materialistica.
L'esperienza estetica.
L'esperienza morale.
L'esperienza affettiva.
L'esperienza ebraico-cristiana.
Nell'esperienza di fede c'è posto per l'intelligenza?
Intelligenza e fede si completano.
Fede e ragione sono in contraddizione.
L'intelligenza offusca la fede.
La fede non ha bisogno di intelligenza.
La fede cristiana è sempre un atto pienamente libero?
Sì. È risposta a una proposta.
Sì. È adesione a un'evidenza.
No. È un obbligo imposto fin da bambini.
No. È un condizionamento della cultura.
La fede cristiana è un affidarsi totalmente a Dio con amore. Perché?
È un incontro personale.
È una verità che scalda il cuore.
È un'idea che rigenera interiormente.
È un'illuminazione che rinnova lo spirito.
Che cosa significa affermare che la fede è "grazia"?
Dono gratuito.
Realtà piacevole.
Dolcezza appagante.
Elemento divino.
La “certezza” della fede è appesa a un “rischio permanente”. Perché?
È un atto umano.
È un atto divino.
È una visione chiara da decifrare.
È un sistema assicurativo non garantito.
Un paesaggio, un tramonto, un canto d'uccelli, un volto, un opera d'arte, una musica, un fiore, una danza, colpiscono per la bellezza, generando stupore. L'esperienza estetica sollecita a pensare a ...
Dio creatore.
Entità superiore.
Mondo divino.
Dio giudice.
In ogni azione, anche quella più semplice e banale, l'uomo sente di essere giudicato da una verità da cui dipende e con la quale deve confrontarsi: il bene. La percezione del bene da compiere e del male da evitare ha origine da qualcosa impresso nel cuore dell'uomo. L’esperienza morale rimanda a ...
Valore assoluto.
Problematicità umana.
Necessità di leggi.
Evidenza di Dio.
Nell'amore umano c’è sempre un “di più” da raggiungere, alimentato inesauribilmente dalla speranza. L’esperienza affettiva che cosa lascia intravedere in questo "di più"?
Un amore trascendente.
Una realtà irraggiungibile.
Un sogno irrealizzabile.
Un Dio invisibile.
Cuore e intelligenza sanno cogliere numerosi segni esterni e interni dell'esistenza di Dio, che rivelano la verità della fede. Qual è il segno "esterno" con cui confrontarsi?