Se Dio è buono, il male non può che essere dovuto a una qualità "divina" ricevuta in dono. | | |
“Il serpente era il più astuto di tutti gli animali”. Il male-peccato non fa parte della natura umana: viene dall’esterno. | | |
“Dei frutti del giardino noi possiamo mangiarne, ma…”. La libertà va accompagnata sempre da una compagna preziosa. | | |
“…del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino non dovete mangiarne…”. All’uomo viene proibito l’ambizione più pericolosa. | | |
“…altrimenti morirete”. Sostituirsi a Dio genera guai. | | |
“Si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi”. Quando l’uomo fa di testa sua scopre la sua natura. | | |
Alla fine sarà la donna a prevalere sul serpente: “ti schiaccerà la testa”. | | |
Quando l'uomo usa male la sua libertà e dice a Dio: “Posso fare a meno di te”, illudendosi di essere autosufficiente, mangia simbolicamente qualcosa di indigesto. | | |
Caino è l’uomo della violenza: “alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise”. Con il primo omicidio qualcosa si dissolve. | | |
Dio reagisce offeso: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo”. Solo lui ha il diritto di dare e togliere la vita. | | |
Caino, espulso dalla comunità, vive una vita insicura: “Chiunque mi trovi mi ucciderà”. | | |
Dio impone a “Caino un segno”, perché nessuno lo abbia a colpire. È il segno che nemmeno un omicidio può eliminare. | | |
Caino vivrà nell’inquietudine, perché “si allontanò dal Signore”. | | |